La vita segreta della
casalinga devota
creative direction, concept and styling by Alessio Pasqualini
photography by Sarah Indriolo
model Arianna Avancini
makeup Francesco Fava
hair Angelo Pio Geranio
special thanks to Museo MA*GA, Gallarate
Intrecciata a questa dinamica una nuova idea di ricostruzione, ma anche di futuro, prende forma. La space age e il cinema di fantascienza aiutano ad immaginare nuovi spazi, nuovi riti nuovi miti. L’egemonia culturale statunitense occupa tutto l’occidente, prende forma attraverso l’esplosione consumistica e questa porta con sé i materiali, gli autori, le arti di quella che chiamiamo cultura POP.
Nel 1967 Il Laureato di Mike Nichols si apre con una battuta profetica “Una sola parola, Benjamin: plastica!”.
Ma gli anni Sessanta sono anche gli anni della Pop Art da una parte e della contestazione giovanile dall’altra. Oggettualizzata, desiderata e politicizzata all’interno dell’universo maschile e maschilista proprio della cultura visiva dominante, vi è il ripensamento dell’immaginario femminile, tanto negli Stati Uniti, quanto in Italia.
Judy Chicago inizia a stravolgere la rappresentazione consumistica del desiderio; Allen Jones e Tom Wesselmann ci mostrano un desiderio potente e strabordante dove i loro soggetti non sono tanto donne quanto sguardi: gli occhi di gli uomini che guardano le donne.
In Italia, tra le altre Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga e Ketty La Rocca annunciano una nuova libertà, desiderosa di autodeterminazione.
Nel lavoro di Alessio Pasqualini queste storie sono protagoniste di un processo di rielaborazione e narrazione che prende le mosse dai linguaggi radicali delle neoavanguardie e arriva alla cultura visiva contemporanea. L’arte, la moda, il design raccontano questi sguardi, raccontano un modo di interpretare la storia dell’arte e la presenza della storia degli stili nelle istituzioni museali.
Intendo La vita segreta della casalinga devota come un progetto curatoriale che usa, tra i vari linguaggi, anche quello della moda per parlare di identità di genere, di estetica e di cultura visiva.
Così la tranquillità borghese degli oggetti di Achille e Pier Giacomo Castiglioni è perturbata da una presenza che spezza l'armonia dei toni bianchi e neri. Attorno a Superonda un universo di ribellione fa eco al latex lucidissimo: una seconda pelle artificiale che rende i nostri corpi plastificati come gli spazi che abitiamo.
In questo nuovo mondo in cui regnano le cose, i protagonisti sono sedie-trattore, prati giganti, palloni di pelo con la coda: sistemi disequilibranti in cui dietro la rassicurante e luminosa tranquillità della vita quotidiana, un universo postmoderno e decostruito si muove. Stiamo davvero diventando gli oggetti che abitiamo?
Alessandro Castiglioni, Il nuovo mondo delle cose, 2025